La custode della pietra. Amulet.

Il primo volume di una lunga serie che, a ragion veduta, sembra promettere piuttosto bene.

Recensione

Emily ha perso il suo papà. Un incidente stradale lo ha portato via. Trascorsi due anni dalla terribile tragedia, la piccola protagonista, assieme alla mamma e al fratellino, si trasferisce nella vecchia casa che fu del bisnonno; un bislacco e geniale inventore.

La casa, tanto grande quanto misteriosa, agli occhi dei nuovi inquilini, sembra nascondere tesori e misteri che, inevitabilmente, finiranno per fagocitare la realtà attraverso portali temporali, in grado di aprire un accesso ad un mondo parallelo, in cui inquiete ombre, stranite aberrazioni e bizzarri personaggi si mostreranno ad un plot inusuale. Una narrazione riuscita, in cui il realismo magico si fonde a reminiscenze sognanti di Miyazaki, e ai contorni di un'avventura ricca di insidie.

Scritto e illustrato dal fumettista Kazu Kibuishi, Amulet sembra voler appoggiare le proprie dinamiche sull'arte del sol levante, sviluppando tavole silenti e osservative, in cui i suoni onomatopeici giungono al lettore con la finalità di rafforzare una storia pronta a coniugare l'oriente con le strutture di un fumetto tipicamente d'oltreoceano.

Pubblicato da Il Castoro, l'opera rappresenta il primo volume di una lunga serie che, a ragion veduta, sembra promettere piuttosto bene, anche grazie ad una struttura narrativa in cui venature manga si abbracciano ad un istinto autoriale, in grado di estendere le percezioni emozionali

Loris Gualdi